Décodage versus décryptage dentaire - Michèle Caffin

 

La decrittazione dentaria va ben oltre la decodifica dentaria, che è un atto mentale. La decrittazione suppone un’astrazione dal mentale per entrare in uno spazio fuori dal tempo. 

 

Che cos’è la decodifica dentaria?

La decodifica dentaria consiste nello stabilire un legame tra fatti avverati. Ad esempio : ho un primo molare superiore sinistro. La sinistra corrisponde al femminile, e siccome è in alto corrisponde al pensiero (la sfera cerebrale). Appare intorno ai 6 o 7 anni, nel momento di cambiamento scolastico per il bambino. Questo cambiamento non è solo scolastico; il bambino entra in scuola elementare, si differenzia dal nido familiare, per sviluppare  il proprio pensiero (in teoria).

Per riassumere, il primo molare è in relazione con ciò che penso di essere, la messa in atto della mia volontà per realizzarlo, il mio atteggiamento per raggiungere lo scopo. Il molare riguarda dunque l’identità legata all’essere profondo, l’Essere, e i mezzi impiegati per raggiungere lo scopo. Ecco il risultato della decodifica.

 

Che cos’è la decrittazione dentaria?

La decrittazione consiste nel percepire con il corpo e i sensi interni (gli strati soprasensibili, entrando in essi) per comunicare direttamente con le sue percezioni sensoriali, senza analizzarle, attraverso il filtro del mentale. Bisogna per questo destare l’intenzione. Essere in un atteggiamento di ricettività totale è indispensabile. L’intenzione trascende il tempo, accorcia tutto ciò che separa l’idea, il desiderio, l’atto fino alla loro fusione. La difficoltà di questa percezione interna risiede nella totale sollecitazione dell’attenzione del terapeuta durante la sua decrittazione. L’intenzione porta forze vitali (decisioni, forze vitali, azioni) che si uniscono perché sono i componenti della coscienza.

La decrittazione eviterà al terapeuta di usare riferimenti propri, legati alla sua storia personale. Ad esempio: il primo molare superiore sinistro. Questo molare superiore corrisponde a ciò che desidero (il pensiero in alto), in fondo a me (a sinistra: il femminile). Dunque lo manifesto (valore del molare: essere e avere). Se la terapeuta ha il desiderio intenso di essere una madre modella nella sua vita, è quest’interpretazione che darà al paziente, evocando per lui la madre. In questo caso, è il mentale che “guida il ballo”.

La decrittazione va oltre questa interpretazione e apre una porta sul vissuto, che appartiene ad ognuno di noi. Lo sguardo è diverso, per raggiungerlo, il mentale deve tacere completamente affinché sorga l’informazione sulla persona sotto forma di immagine o di parola. Comincia allora la condivisione ed è la storia personale in relazione con il dente a risorgere, un evento che appartiene soltanto ad una determinata persona.

Il mentale essendo sperduto, l’ascolto sottile tramite la decrittazione è al parossismo, cioè in un atteggiamento empatico, una presenza totale e muta per accogliere l’altro al di fuori di ogni aspettativa personale.

Ad esempio:

Quest’esempio riguarda un molare inferiore destro. Nella decodifica, significa il momento della nascita, riguarda la madre, il suo ambiente, e il bambino che sta per nascere. Per giungere alla decrittazione, faccio tacere il mio mentale e ci appare allora interiormente l’immagine di una donna che ha paura dell’acqua. Chiedo alla paziente se questo corrisponde ad un fatto. Risponde che sua madre era una nuotatrice eccellente, e che, per scherzo, un amico le aveva tenuto la testa sott’acqua così a lungo che in quel momento temé di morire.

Poi, le chiedo come si fosse svolto il parto, dato che ero proprio sul dente corrispondente. Va su tutte le furie rispondendomi che “sua madre l’aveva pisciata”! Ecco la ragione per cui mi dice di seguire delle terapie per eliminare quest’informazione che le era stata comunicata. In quel punto, le chiedo come si fosse svolto il parto per sua madre. Risponde che a sua madre le si erano rotte le acque improvvisamente. La percezione della paura dell’acqua che avevo percepita all’inizio della seduta permise uno scambio, una decrittazione improvvisa perché allora realizza che sua madre non l’aveva “pisciata”, ma che le si erano semplicemente rotte le acque.

La decrittazione permette di svelare a ciascuno un momento della sua storia personale. Si decritta il senso della storia insieme, in condivisione. Così il paziente lascia scorrere il più possibile la sua storia durante la seduta. Forse più tardi, potrà affrontarla andando più oltre, ma sarà una sua decisione, cosciente o incosciente. Per avere un’integrazione, una guarigione, a partire da quel momento di decrittazione, bisogna assolutamente capire con il paziente perché l’evento ha procurato alla sua vita un atteggiamento positivo, si tratta della riparazione, della trasmutazione.

Non si deve mai lasciar partire la persona nel dolore, senza avere suscitato una comprensione positiva della prova da lei vissuta.

 

Come entrare nello spazio soprasensibile dell’intuizione, necessario per la decrittazione?

Con lo sviluppo dell’immaginazione, della percezione e, dunque, dell’intuizione. È davvero indispensabile per entrare nello spazio quantistico fuori dal tempo? Nel 1994, dopo la scrittura del libro « Quand les dents se mettent à parler » (Quando i denti cominciano a parlare), che espone le relazioni tra i denti e la psico-morfologia, facevo la mia prima conferenza. È proprio in quel momento che un uomo si alzò in mezzo a 200 persone e mi chiese: “ma da dove trae le Sue informazioni su queste relazioni?” E, un pò confusa, risposi che avevo utilizzato la percezione (decrittazione) per confermare i legami mentalmente stabiliti (decodifica). Senza nessuna contraddizione, riprese il suo posto senza dire una parola, lasciandomi sorpresa. Un’amica mi ha allora detto che nessuno può mettere in dubbio il vostro sentimento profondo, mentre è possibile e facile farlo quando si tratta del vostro sapere.

Da allora, ho sviluppato un modo di sentire le cose verificandole con il sapere, e ho scoperto che la percezione ci fa entrare in uno spazio in cui non c’è posto per le forze mentali. Così con l’atro possiamo essere uno. Lo sanno perfettamente quelli che amano, e per loro il tempo passa dal definito all’infinito, come lo spazio. Tutto è Uno.

Ecco perché insegno da anni la decrittazione dentaria olistica, aiutando i partecipanti alle mie formazioni a sviluppare le loro percezioni intuitive e sensoriali per realizzare delle letture di memorie negli strati soprasensibili del corpo.

M.C.

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